Il Ponte dei Bravi: memoria e ribellione a Santo Stefano d’Aveto

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Il Ponte dei Bravi: memoria e ribellione a Santo Stefano d’Aveto

Nel cuore di Santo Stefano d’Aveto, sotto le vestigia del castello che domina la valle, si trova un punto della memoria collettiva: il Ponte dei Bravi. Il suo nome deriva da un episodio accaduto alla fine del XVIII secolo: una rivolta contro il potere feudale della famiglia Doria, che per lungo tempo esercitò controllo e imposizioni sul territorio.

Quando la tensione sociale giunse al limite, si narra che la popolazione locale, esasperata da tasse, soprusi e malgoverno, decise che era ora di liberarsi. Il gesto di rottura fu rappresentato dallo scacciare l’ultimo feudatario e, secondo la tradizione, dal gettare i suoi “bravi” (gli uomini che applicavano ordini con la forza) giù dal ponte che da allora prese il nome che porta oggi.

Il castello Malaspina-Fieschi-Doria, ancora visibile nella piazza del paese, resta un monumento a quel passato di potere ma anche di resistenza. Oggi chi cammina tra le vie del borgo o guarda verso il ponte sa che non è solo pietra: è memoria, storia viva di chi ha capito che la libertà vale una lotta.