Il gusto a km giusto

Il gusto a km giusto

Quanto il Covid 19 ha condizionato i consumi degli italiani? Sono molti gli osservatori che cercano di analizzare gli scenari nati a partire dalla pandemia. Non è semplice guardare al futuro, ma individuando un trend si hanno più strumenti per entrare in empatia con un consumatore sollecitato emotivamente e che ha bisogno prima di tutto di rassicurazioni.
Sembra che queste rassicurazioni sia più facile trovarle in un raggio di distanza sempre più corto. Se è vero che il lockdown ci ha abituato con l’e-commerce ad ampliare teoricamente le possibilità di acquisto oltre gli stretti confini territoriali portando, sulla carta, il mondo in casa, in realtà pare che tutto questo mondo non sia così gradito nella nostra dispensa.

Secondo i dati della ricerca Kantar COVID Barometer, ad esempio, l’81% degli italiani esplicita il desiderio di “acquistare locale”. Un consumatore su 4 pensa che le marche che utilizza dovrebbero portare la produzione nuovamente nel proprio paese d’origine.

Secondo la Survey post Covid 19 di Coop il 49% degli intervistati prevede un crescita dell’importanza di una provenienza 100% italiana e locale dei prodotti alimentari.
Anche il Food engagement dell’EngageMinds HUB, presentato all’Università Cattolica, ha evidenziato come tra le persone che percepiscono un elevato il rischio di contagio da coronavirus, la preferenza a cibi “made in Italy” cresca sino al 77%, e arrivi all’80% tra coloro che mostrano un forte “food engagement”, cioè un alto coinvolgimento emotivo nelle scelte alimentari. Le ricerche che mostrano queste tendenze sono moltissime. Ma dietro la risposta di un questionario c’è sempre una motivazione. Conoscendo i nostri consumatori abbiamo azzardato a ipotizzarne qualcuna.

Un prodotto italiano è regolato da leggi attente al consumatore.

Il nostro paese ha un livello molto alto di tutele per chi consuma prodotti alimentari. Se queste regole sono state spesse accusate di essere rigide gabbie burocratiche, che rendevano meno
fluido il mercato, oggi che ci troviamo in situazioni di incertezza ci rassicura chi è obbligato a seguire regole severe su diversi aspetti dell’alimentazione (sicurezza alimentare, igiene, tutela dei lavoratori, rapporti con fornitori e mercato). La norma non è più vista come un limite ma come confine, che ci dà certezze e semplifica la scelta. L’artigianalità del nostro Caseificio si sposa con grande convinzione a regole che si prendono cura di noi e degli altri.

Meno km, più sostenibilità

Abbiamo sperimentato come il blocco dei trasporti oltreoceano e la riduzione del traffico durante il lockdown abbia inciso sul livello di polveri sottili. Oggi la sensibilità alla sostenibilità ambientale è sempre più alta e, senza pretendere la favola del km 0, si può scegliere di far percorrere il km giusto, senza aerei, navi, e relativi consumi. Il consumatore sa che c’è una ricchezza che il mondo desidera e che noi abbiamo a portata di mano. Una varietà che può muoversi tra confini vicini, con meno consumo di carburante e meno conservanti.

Una solidarietà di vicinanza

Non si tratta di costruire muri ma di seminare valore in un sistema a cui si sente di appartenere e che condiziona la nostra quotidianità . In un periodo di incertezze e crisi è naturale far appello alla terra, fidarsi di chi condivide la stessa storia, credere in un’economia a prova di blocchi. La vicinanza accentua la solidarietà perché ci ricorda un sentimento di intimità, condizione che sentiamo svanire sempre di più. Ci sembra che chi fa intorno a noi, faccia in modo più simile a come faremmo noi. Ci fidiamo che qualcosa di quanto verrà guadagnato verrà reinvestito nella comunità. Può essere una percezione, ma ci sentiamo in un grande paese in cui ci si aiuta a vivenda, un Bel Paese.

La tutela del territorio

Scegliere di consumare prodotti che provengono da agricoltura e allevamenti del territoro locale, rappresenta un sostegno all’ecosistema dell’ambiente naturale che si ha intorno. Gli italiani sembrano premiare chi, come noi, crede che l’unico modo di guadagnarsi i paradisi sia lavorare sodo perché rimangano tali. Il nostro è un meraviglioso paese fatto di natura e persone che sanno coglierne il meglio restituendogli energie.
Perché le campagne non vengano abbandonate occorre che le persone abbiano un motivo per restare. Cresce il numero di consumatori consapevoli di avere un importante ruolo in questo.