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Vi ricordiamo 23 motivi che ci rendono speciali

Vi ricordiamo 23 motivi che ci rendono speciali

Ora che siamo fuori dall’urgenza possiamo tirare per un attimo il fiato per ringraziare chi ogni mattina mette in moto l’azienda.

Fine lockdown. Si torna alla normalità? Per noi del Caseificio non cambia molto, perché il nostro stabilimento non si è mai fermato, anche quando tutti potevano rifugiarsi nelle proprie case, prendere una pausa dalle proprie abitudini e cambiare così temporaneamente abito nei confronti della vita. Il nostro meraviglioso gruppo di lavoro ha invece continuato a funzionare come sempre, solo mettendo qualche protezione in più.
Così ognuno dei 23 dipendenti ha assicurato il proprio contributo a una routine che tiene in movimento l’attività di tutti: chi fra le macchine dello stabilimento, chi tra bolle di consegna e telefoni, chi in giro ad ascoltare i clienti. Tutti hanno potuto contare sulla disponibilità degli altri, nonostante il maggior carico di stress e di lavoro.

La fiducia come primo ingrediente

Riti di vestizione ancora più complessi di quelli già usuali per le nostre procedure igienico sanitarie, movimenti nuovi da dover imparare per mantenere le distanze, con la paura di sbagliare, perché il corpo fa fatica a memorizzare un’altra “danza” rispetto a quella a cui ci si affida ogni giorno da molto tempo.
“Lo spazio di lavorazione non è grandissimo, quindi non è stato facile trovare le procedure giuste , ma lo abbiamo fatto velocemente- spiega Claudio Bassi, il nostro casaro –Certo abbiamo dovuto rinunciare al nostro modo solito di salutarci e scherzare, abbiamo dovuto avere fiducia nell’altro, che si comportasse in maniera responsabile anche fuori dallo stabilimento, e al tempo stesso abbiamo potuto apprezzare come tutti siano stati presenti verso il gruppo”.

Il doppio lavoro delle mamme

Emanuela Biggio ha dovuto, come molti altri, anche tra i nostri consumatori, costruire nuove routine “Tutti noi abbiamo dovuto affrontare una rivoluzione anche a casa, soprattutto chi ha bambini. Io sono anche consigliere comunale al settore scuole e sicuramente l’impegno richiesto alle famiglie nell’accompagnare i figli negli studi ha rappresentato un carico di lavoro ulteriore”. Emanuela lavora in amministrazione e fra le cose che l’hanno favorevolmente colpita c’è il grande e immediato adattamento dimostrato da tutti. Una cosa le è mancata “Scendere al lavoro passando per i prati. È quel momento in cui, anche quando si ritorna a fine giornata, ci si gode la scelta di vivere e lavorare qui”.
Questo periodo è stato ed è ancora pesante per i più piccoli, abituati a giocare all’aria aperta e costretti ad adeguarsi alla didattica a distanza. “La cosa più difficile della giornata è far fare i compiti a mia figlia che è in prima elementare. L’orario ridotto mi ha però permesso di seguirla personalmente- racconta Valentina Fontana – in questo periodo di confusione ci ha aiutato tantissimo l’avere regole certe”.

La voglia di ritornare a casa, anche per noi. Le persone sono la nostra casa.

Roberto Bruni è tra chi si occupa per voi del confezionamento dello yogurt; per lui il sacrificio più grande è stato non poter tornare nel week end dalla famiglia a Como. È mancato anche il rito ritrovarsi la sera con gli amici e i colleghi per un aperitivo, un momento importante per alleggerire la solitudine di chi vive in trasferta.
Antonio Fontana è tra coloro che mettono in contatto l’azienda con il distributore, perché possiate trovare i nostri prodotti sotto casa. La bella sorpresa per lui è stata come una situazione considerata claustrofobica dalla maggior parte della popolazione, abbia rappresentato invece una boccata di ossigeno per i proprietari del piccolo dettaglio “I negozietti di vicinato hanno ripreso vitalità. La scelta del Caseificio nel continuare a rispondere alle esigenze del micro imprenditore ha portato i suoi frutti e ci ha permesso di diversificare il rischio. Si vede la soddisfazione del piccolo negoziante e non può che essere una soddisfazione anche per noi, che proprio con i piccoli alimentari abbiamo iniziato. Il fatto di avere tenuto duro ha ripagato”.
Sono tanti i sacrifici che ognuno di noi ha dovuto fare, ma il nostro piccolo gruppo di lavoro è riuscito tenersi coeso e ha dimostrato grande capacità di rispondere in maniera corale alla sfida. Oggi va molto di moda la parola resilienza. Chi vive e lavora qui conosce da tempo la forza paziente di assorbire piccole e grandi scosse per andare avanti insieme.

Grazie Ragazzi! La strada è ancora lunga.. ma voi siete un’ottima squadra!